lunedì 30 gennaio 2012

Il governo sta varando un decreto su stipendi e vitalizi, verrà vanificato tutto il lavoro di raccolta firme?

1.200 euro lordi mensili non sono una "sostanziale decurtazione"

Non può essere considerato un "adeguamento" alla media europea perché 14.400 euro l'anno in meno porterebbe l'indennità dagli attuali 144.000 euro a 130.000 .... sempre circa 25.000 euro l'anno in più rispetto al secondo paese nella classifica dei parlamentari più pagati.

La media matematica calcolata dalla proposta di legge popolare è attorno ai 70.000 euro annui e parliamo solo di stipendio, non di vitalizi, rimborsi, diarie o altro ... quelli al momento, per noi e per questo decreto, resterebbero invariati.

Ricordiamoci soltanto che i partiti a questo punto sono delle aziende che mirano ad acquisire quote di mercato, noi siamo il mercato e secondo le leggi del marketing le aziende, per acquisire quote di mercato devono soddisfare le esigenze dei consumatori, sostituiamo i valori e troviamo la formuletta. Contano solo i numeri ... ed i numeri siamo noi ...

Inoltre il giornalista Franco Bechis ci svela che:
Il segreto è tutto nelle nuove norme previdenziali dei parlamentari -scrive Bechis- che sono scattate dal primo gennaio scorso. Passando dal sistema retributivo a quello contributivo, i deputati si sarebbero visti lievitare la busta paga di circa 700 euro netti al mese, perchè non è più loro chiesto di versare tutti e due i contributi che versavano prima: uno per il vitalizio (1.006 euro al mese) e uno previdenziale (784,14 euro al mese), oltre alla quota assistenziale (526,66 euro al mese).
La riforma delle pensioni avrebbe toccato solo marginalmente i deputati in carica (un anno su 5 di legislatura), che avrebbero recuperato ben più di quello svantaggio con i 700 euro netti in più in busta paga. Se la notizia degli stipendi aumentati fosse uscita, li avrebbero linciati. Così hanno deciso non di tagliarsi lo stipendio, ma di rinunciare a quell’aumento.

Nessun commento:

Posta un commento